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III. — Elementi astronomici e magnetici, ecc. 23

è forse quella piccolissima parte del bacino della Piave, dove si trovano i paeselli di Miss e Sagron. Altre differenze fra l’attuale confine politico e i limiti della regione storica possono esser dati da porzioni di territori montuosi non abitati, differenze, che sono però difficili a calcolarsi per la poca esattezza, con cui generalmente in passato si indicavano i confini nei rilievi cartografici1.

Riesce quindi inutile segnare partitamente i due confini, e basterà indicare l’attuale — come più preciso e sicuro — per aver conoscenza anche dell’altro purchè si tenga conto delle piccole differenze che accenneremo. Anche il confine linguistico e il confine geografico al N. coincidono col confine amministrativo verso la provincia del Tirolo, salvo pochi punti dei quali pure terremo nota.

I confini del Trentino girano per 452,3 Km. e di essi 186.3 lo dividono dal Tirolo; 138 dalla Lombardia; 178 dalla Venezia.

Il confine colla Lombardia dal M. Cevedale (3762 m.) corre nella direzione generale da N. a S. seguendo quasi costantemente la linea di vetta, traversa quella fuga di ghiacciai che sono dominati dal Palon della Mare (3705 m.) e dalla Punta S. Matteo (3692 m.), scende al P. del Tonale (1884 m.), sfiora le più alte vette dell’Adamello (3554 m.) e si abbassa al fiume Caffaro, che segue fino al lago d’Idro (368 m.); si volge quindi da ponente a oriente e correndo a vanvera, dopo aver toccato la cima Tremalzo (1975 m.), precipita nel lago di Garda (68 m.) che segna il limite fra la Lombardia e la Venezia. Dal Garda il confine colla regione veneta corre sull’Altissimo di monte Baldo (2079 m.) e, seguendo la catena



  1. A confermare il mio asserto basta ricordare che un erroneo decorso del confine fra la Marmolata e il passo della Fedaia, quale era segnato sull’ultima carta del Regno Lombardo-veneto (scala 1:86.4000; della quale si fecero edizioni fino al 1852) fu nelle recenti carte corretto con Kmq. -6.7 in danno del Trentino; un altro, riflettente il ghiacciaio dell’Adamello e la vedretta del Mandrone, che quella carta assegnava all’Austria, mentre sono di spettanza dell’Italia, fu corretto nientemeno che con Kmq. -20.7 (Cfr. Marinelli G., Variazioni della valutazione della superficie del Regno d’Italia In. «Atti R. Ist. Ven. di Sc. Lett. ed arti» Tomo VIII, Serie VII, 1896-97.