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6 | il trentino. |
giacchè d’esso facea parte anche il territorio dove più tardi sorsero Castel Tirolo e Merano.
Ma questi confini a settentrione erano incerti per la breve durata delle varie signorie e solo ai tempi di Carlo Magno — è questo il periodo in cui il nome di Tridentum compare per la prima volta sincopato in quello di Triantum o Trientum — il ducato di Trento ripigliò stabilmente la sua ampiezza nel tratto superiore dell’Adige.
Alla fine del sec. XIII la superiorità territoriale dei vescovi di Trento, ai quali nella persona del venerabile Uldarico, l’imperatore Corrado II avea affidato nel 1027 il Comitatus tridentinus1 con tutte le sue pertinenze, comprendeva la vallata dell’Adige dalle origini sin quasi alla Chiusa di Verona, con tutte le valli minori, la valle del Sarca e parte di quelle della Brenta e del Chiese.
Nè qui forse parrà fuor di luogo questa nostra osservazione: che nella necessità degli imperatori germanici di affidare alle mani di un’unica persona e raggruppare in un unico stato non solo la valle dell’Adige, ma anche tutti i valichi che ad essa fanno capo per rendersi così completamente sicura la via d’ingresso in Italia, sta la ragione prima che presiedè allo stabile nesso fra la vallata atesina e la parte superiore delle valli contermini che sboccano nella pianura lombarda e veneta.
Notevoli mutazioni avvennero nei secoli successivi in conseguenza specialmente del predominio dei principi tirolesi, che influì sulla germanizzazione della val Venosta e del tenere di Bolzano e ne determinò il distacco dal principato di Trento. Sul finire del 400 nella valle dell’Adige, da S. Michele fin verso Bolzano, la popolazione tedesca avea il sopravvento e veniva con ciò a cadere la giurisdizione dei vescovi di Trento sul comitato di Bolzano. Cessata nel sec. XVI l’influenza diretta dei principi tirolesi, l’elemento italiano riguadagnò di