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V. — Le acque: fiumi e torrenti; sorgenti minerali; ecc.. | 113 |
Questi fenomeni possono allargare notevolmente il bacino
imbrifero, in modo che si può avere un bacino superficiale
inferiore al vero bacino reale, reso maggiore dalle comunicazioni
sotterranee. Fenomeni analoghi sono frequenti nei paesaggi
carsici1 ; nel bacino della Fersina, dove non v’è la
menoma traccia e neppure la possibilità di forme d’erosione
carsiche, essi assumono una speciale importanza, ma di ciò
parleremo in seguito; e in seguito pure ci converrà parlare
di un canale artificiale, che presso Pergine asporta dalla
Fersina una discreta quantità d’acqua, che poi scorre nella
Brenta.
La Fersina2 ha un bacino imbrifero di 182.73 Kmq. e nasce da due laghetti (2050 m.), ai piedi della Cima di Cave (2219 m.), uno dei quali è detto Lago di Nardemole. Il torrente, appena uscito dai laghi, ristagna a poca distanza in un terzo laghetto, per correre poi rapidamente in direzione da S. a N., discendendo di 550 m. in 2 Km. di lunghezza. Si volge quindi in direzione da greco a libeccio e scorre meno impetuoso nella vasta e verdeggiante conca di Palù, ricevendo il tributo di molti rigagnoletti, che in esso si versano da tutte le parti quasi a guisa di ventaglio. Tratto tratto il torrente sparisce all’occhio dell’osservatore e si disperde nelle praterie paludose: la valle vien man mano restringendosi e nuove acque il torrente riceve alla destra e alla sinistra da ruscelli di secondaria importanza, di cui il maggiore è il Mühlbach. Proprio là dove si precipita questo torrentello, la valle si restringe e tutto il corso superiore del torrente — toltane la prima rapidissima discesa da ostro a settentrione — ci appare come l’asse longitudinale di un’elisse.
A questo primo ovale ne segue un secondo di minore estensione, che si rinchiude al Dos del Cius, dove il torrente scorre profondo e incassato. I torrenti, che sfociano in questo tratto, cominciano ad essere più importanti. Abbiamo a destra le vallate di Mala, dei Ponti e di Viarago, a sinistra il Rigoler.