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rono tra spaccature profonde, che rimangono nascoste all’occhio che spazii nel largo e danno al paese il carattere d’un altopiano. Essi sono: a destra, il Rio Ribos e la Tresenga, che esce dal lago di Tovel; a sinistra, il Rio Verdes, che si unisce al Rio di San Romedio, il Rio Strento (Fontanelle) e il Rio Pongaiola. Da Cles a Denno il Noce misura Km, 10.7 e il suo declivio, che nella discesa diventa sempre minore, si ragguaglia a m. 10.9 per Km.

Oltrepassato Denno, il Noce s’allarga per gli estesi campi di alluvione, aumenta le sue acque con nuovi affluenti, la Valsenata, il Lovernatico, e lo Sporeggio a destra, e il Rio di Rinasio a sinistra. Al passo della Rocchetta si restringe di nuovo, come avvallato, per poche centinaia di metri e ritorna alla luce nel piano di Mezzolombardo, correndo maestosamente tra forti arginature, che difendono i vigneti della ubertosa campagna. Il Rio della Valle e la Valmanara a destra, la Val delle Carbonare a sinistra, gli recano l’ultimo saluto delle Alpi, prima che, giunto a Zambana, si getti nell’Adige a m. 201 sul livello del mare.

La sua foce fa coll’arteria dell’Adige un angolo acuto, mentre, prima del 1850, le acque del Noce si versavano in essa ad angolo retto, di fronte al paese di S. Michele, determinando così un conoide di deiezione di ben 3 Km. che sbarrava la Val d’Adige, ne difficoltava lo scolo e creava paludi.

La lunghezza del Noce da Denno alla foce è di Km. 17.1 e la media pendenza di 5.9 al Km. Complessivamente il corso del Noce misura Km. 79.4. I suoi tributari hanno tutti una considerevole lunghezza e una tale portata d’acqua da rendersi quasi suoi concorrenti e rivali.

Diamo dei più importanti di essi gli elementi principali:1.



  1. I dati altimetrici furono desunti dalla carta austriaca al 1:75.000 e dove mancavano indicazioni per l’altitudine delle sorgenti e delle foci, la dedussi dalle curve di livello dando la cifra approssimativa, tenendo conto per le foci anche del calcolo delle pendenze medie.