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V. — Le acque: fiumi e torrenti; sorgenti minerali; ecc.. | 95 |
In questi fiumi-torrenti sboccano i rivi, i rughi e i torrenti alpini
con cascate grandiose. Molte acque del Trentino hanno
poi carattere speciale perchè ristagnano in bacini lacustri o
corrono in spaccature profonde decine e centinaia di metri;
e v1 è infine da tener conto di una complicata e ricca idrografia
sotterranea, non peranco illustrata.
Ciò che è però la nota predominante delle acque del Trentino è il carattere torrentizio, che certe hanno permanentemente e che altre possono assumere, con velocità grandissima.
Per le ablazioni dei ghiacciai e per le copiose precipitazioni, in brevissimi periodi, l’Adige stesso può esser soggetto in poche ore a piene formidabili. E pur troppo a questa caratteristica corrisponde la storia dolorosa e ormai famigliare al Trentino dei danni enormi, recati alle campagne e alle città, e dei paesi distrutti. Ci basti ricordare: il villaggio di Cadrabio in Val di Fiemme, del quale si fa menzione nelle carte del sec. XII e che fu distrutto fra il sec. XIII e il XIV dalle acque del torrente Gambis1; il paese di Fano nella conca Crentonicense subissato, in. tempo d’inondazione da una frana nel 16482; il villaggio di Caorzo nella Valsugana, assalito ripetutamente dal torrente Centa nel 1748 e 1750, completamente distrutto; la plaga di Piazzuoli che sprofondò nel 18853; il paese di Grigno, più volte quasi completamente distrutto e poi rifabbricato, il comune di Canal S. Bovo, colpito a più riprese dalle acque di un lago, che avea infranto le dighe, che lo sostenevano; il paese di Caregno presso Strigno, subissato in epoca ignota4.
A simili catastrofi si devono aggiungere i danni finanziari, che apporta ogni singola innondazione. Quella del 1882 — secondo i rilievi ufficiali — arrecò al Trentino un danno complessivo di quasi 10 milioni di fiorini; quelle minori del 1885
e del 1888 rispettivamente un danno di 1,858.699 fiorini e di 993,395.