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88 | il trentino. |
avean posta la loro dimora dinanzi a questo splendido panorama, non smentivano l’antica fama che i padri della Chiesa ebbero in tutti i secoli di ammiratori devoti della natura. Dove sorgeva il loro monastero, a S. Martino di Castrozza, s’è andato ora formando uno dei più celebri soggiorni alpini d’Europa. Un altro soggiorno — che, almeno per lo splendore della posizione, è rivale a S. Martino — è Paneveggio a m. 1541 nell’alta valle del Travignolo.
Geologicamente il gruppo delle Pale di S. Martino è assai bene distinto dagli altri che lo circondano. Ad E. fra Sagron Tiser ed Agordo compaiono i micaschisti (epoca paleozoica), che continuano in forma di striscia a S. del P. di Cereda e Tonadico fin quasi a S. Martino di Castrozza, per espandersi largamente al di là del Cismone nel gruppo di Cima d’Asta. Il porfido quarzifero ed il verrueano seguono agli schisti formando una breve zona, che va (con un’interruzione vicino a Primiero) da Agordo al P. di Rolle, a occidente del quale si rannodano colla grande massa della catena di Lagorai e colla parte settentrionale del plesso di Cima d’Asta.
Parallelamente a questa striscia di porfido dell’epoca permiana seguono tutt’attorno, esattamente lungo i confini del gruppo, delle zone strettissime di arenaria, poi gli strati di calcare a Bellerophon e di Werfen e il calcare conchiglifero.
Il centro del gruppo è formato dalla dolomite di Wengen e di S. Cassiano che si innalza fino a 3054 m. (Col della Rosetta) e 2996 m. (Pala di S. Martino). A N. di Falcade, lungo la valle di S. Pellegrino, troviamo di nuovo il porfido; gli strati di Werfen hanno maggior estensione ed al calcare conchiglifero seguono gli strati di Buchenstein e le lave di porfido augitico.
Orometricamente parlando il gruppo delle Pale di S. Martino ci presenta un tipo schiettamente alpino d’alta montagna. Ha la base a 650 m. circa sul livello del mare e nello spazio, che corre da quest’isoipsa fino ai 1000 m., non si ha neppure la cinquantesima parte dell’area del gruppo. Le pareti sono quindi addirittura a piombo. Dopo i 1000 m. la superficie dei vari piani va leggermente allargandosi e, fra i 1500 e i 2000, una larga zona occupa più di un terzo dell’area totale, mentre