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CAPITOLO V.
Autenticità e cronologia.
1. Sulla questione dell’autenticità dei nostri due dialoghi è superfluo spendere molte parole. Una piaga della filologia è il continuare a rimestare anche le cose che hanno il grado massimo di probabilità, pur essendo evidente che la certezza assoluta e indiscutibile non si può dare se non in matematica. Ora, per tacere che chi toglie a Plafóne questi dialoghi dimezza l’opera sua, mentre d’altra parte scopre tra i contemporanei di lui un altro grande filosofo anonimo, nuovo e originale, di cui non avevamo alcun sospetto, — il che è assai più difficile a credersi che non sieno le difficoltà, in massima parte immaginarie, che si voglion trovare contro l’autenticità di questi scritti, — il Grote, lo Zeller, il Campbell, il Jowett, l’Apelt, il Lutoslawski, per citare solo i maggiori, hanno già confutato esaurientemente le obiezioni del Socher e dello Schaarschmidt, le quali del resto in gran parte caddero di per sè, quando fu provato che il Sofista e il Politico non sono, come si credeva, dei primi dialoghi che Platone abbia scritto, ma degli ultimi.