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76 | Capitolo IV. |
invece farli saggi e partecipi di scienza, se questa dovea essere la scienza utile e che ci faceva felici„.
Insomma neppur la politica è la scienza delle scienze.
Quale è questa scienza? Sebbene l’Eutidemo non la determini, non v’ha dubbio essere la filosofia, ed è questa in sostanza anche la conclusione del Politico.
2. E per verità, nel Politico si delinea innanzi tutto anche nei particolari quella gerarchia delle scienze che nell’Eutidemo è intuita: la comunicabilità delle idee scoperta nel Sofista agevola la via a questa nuova ricerca, che è un’applicazione dello stesso principio, come applicazione dello stesso principio in genere può dirsi il contemperamento delle diverse indoli nell’unità dello Stato, che sul finire del dialogo è proposto come il fondamental problema che l’uomo politico deve cercar di risolvere. La speculazione platonica è un continuo divenire, e il procedimento è continuo: non c’è sosta, non ci sono salti, non ci sono ritorni, non ci sono palesi pentimenti; la fronda di oggi germoglia dal seme di molti anni addietro; l’antica intuizione cresce a scienza e coscienza.
E come il Politico continua il Sofista, così gli somiglia, oltre che nelle caratteristiche generali, di cui abbiamo discorso nel primo capitolo, anche in molti atteggiamenti speciali. Esso pure procede per dicotomie; esso pure si giova distesamente di un parallelo molto umile, quello del tesser la tela, come si fa nel Sofista con quello del pescar con la lenza; ed anche in esso la definizione del tipo che si cerca viene un po’ per volta sceverata dalle rappresentazioni simili o analoghe. Ma se pare meno importante del Sofista per ciò che non contenga alcuna speculazione così nuova e profonda come quella della comunione delle idee, esso però la compie e la svolge ulteriormente. Le conclusioni infatti del Sofista sulla classificazione delle specie vengono qui scientemente messe in pratica. Le bipartizioni fin da principio1 vi son condotte su di una norma dialet-
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