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La teoria del Sofista. 65

telletto; nè esso sarebbe ciò che compiutamente è, se gli mancasse qualcuna di queste cose. Se questa frase, ciò che compiutamente è, può in uno stadio precedente essere stata estesa a tutte le idee1, non può affatto comprenderle qui dove si conchiude espressamente2 che per ciascuna idea “è molto l’Essere, ma infinito di numero il Non essere„. Attività e vita e anima e pensiero non avevano certo le idee nei dialoghi precedenti, e ben lo vide anche il Gomperz3: come avrebbero potuto aver tutto ciò i paradimmi della tavola e del letto, di cui si parla nella Repubblica, o i concetti di relazione? Se non l’avevano allora, tanto meno l’hanno qui, dove l’essere loro non è più assoluto. Non era proprio affatto questo il luogo di far le meraviglie, se altri non attribuiva a queste idee e anima e pensiero4. Di necessità dunque questo Essere perfetto che concilia in se l’Essere e il Non essere, che ha in sè l’attività e la causalità dovea per Platone essere al di là e al di sopra delle idee5. Questo Platone si accontenta di asseverarlo senza indugiarsi a dimostrarlo, come cosa superflua e qui non a suo luogo.

Ora che cos’è questo Essere perfetto? Costantino Ritter6, per citar ancora soltanto l’ultimo interprete, dice che è il cosmo, il Dio sensibile (θεὸς αἰσθητός) del



  1. De Rep. V. p. 477 A. — Cfr. sopra, p. 59 nota 1.
  2. Pagg. 256 E-257 A.
  3. O. c. I p. 598.
  4. Dice bene il Lutoslawski, o. c. p. 424, a proposito di questo luogo (p. 248 E): “Quelli che studiarono il Sofista col pregiudizio che il vero Essere non potesse per Platone significar mai altro che le idee, trassero da questo passo la curiosa illazione che Platone attribuisca alle idee vita ed anima, — e perchè non anche corpo?„
  5. Cfr. Bertini, Nuova interpretazione delle idee platoniche in Atti della R. Acc. delle Scienze di Torino XI (1876) pp 997 e segg. e specialmente pp. 1013-19. Di questo scritto notevolissimo ho fatto uso anche nel cap. II dei Prolegomeni al Timeo, ai quali qui mi richiamo come a opportuno complemento.
  6. Neue Unters. p. 53.