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La teoria del Sofista. 55

perocchè anche il lupo somiglia al cane1. Infatti anche qui può dirsi che pare ch’egli confuti, ma effettivamente non confuta, perchè pare che sappia, ma effettivamente non sa: egli è anche qui maestro di menzogna. Che più? Quando glielo avremo dimostrato, e crederemo così d’averlo preso nella rete, egli ci sfuggirà bravamente: — ma che? dirà, il falso non esiste. — Per uno che fa professione di confutare gli altri, cioè di dimostrare che gli altri dicono o pensano il falso, l’argomentazione è abbastanza sfacciata, ma il filosofo nostro sapeva bene che il suo uomo non diventava rosso per così poco.

Così se la lunga serie delle dicotomie alla prima lettura ci può colpire come casuale e arbitraria, quando si sia letta la discussione sul diverso e sull’identico e sul coordinamento in generi e specie, essa ci si illumina di nuova luce. Platone alla teoria premette la pratica, al deduttivo preferisce il metodo induttivo, l’unico che può esser fecondo di risultamenti non illusorî. Per ciò da principio si capisce com’egli vada un po’ a tentoni2: ma come dalla pratica assurge alla teoria, le



  1. Poichè la confutazione è purificazione, Platone, dice bene il Campbell (l. c. p. lii), riconoscendo, sia pure provvisoriamente, questo merito ai sofisti, ha espresso sul pensiero contemporaneo il giudizio più acuto che si possa trovare nella filosofia antica.
  2. Nelle dicotomie che vanno da p. 218 E a p. 236 C per riprendere a pp. 264 C-268 D, come pure in quelle del Politico, le incongruenze sono molte ed evidenti, e ne abbiamo segnalate parecchie nelle note. Costantino Ritter, Neue Unters. pp. 1-9, crede che l’autore le abbia lasciate correre a bella posta, tanto più che l’evitarle gli sarebbe stato abbastanza facile: le avrebbe lasciate correre come scherzi ed esercizî dialettici. Non sarei di questo parere. Che lo scherzo in queste dicotomie faccia qua e là capolino, mi pare innegabile: ma che spirito ci possa essere nello spropositare, io non vedo: meno ancora so vedere che razza di esercizio dialettico possa essere lo sragionare. Io osserverei invece che gli errori qui si riferiscono in gran parte ai parti-