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La teoria del Sofista. | 53 |
Or se neppur Platone poteva sottrarsi a questa legge del nostro pensiero, il conoscer la conclusione cui egli giunge serve a spiegare come vi giunga, meglio che non possa fare alcun ragionamento e alcuna più sottile riflessione. La conoscenza del fine spiega la scelta dei mezzi per raggiungerlo, e solo quando si sia conosciuto il complesso del suo pensiero ci troviamo in condizione abbastanza analoga a quella dell’autore, che pur lo avea presente nel complesso prima di accingersi a svolgerlo a parte a parte. Perciò alla seconda lettura del nostro dialogo molte cose si rischiarano che prima parevano avvolte nella nebbia.
Dei sofisti Platone aveva discorso molte volte fino dai primi suoi dialoghi socratici, e li aveva messi sempre in mala luce, considerandoli però di volta in volta sotto aspetti singoli e scelti tra i molti e svariati nei quali sogliono mostrarsi. Erano ancora, a rigore, impressioni e schizzi, talora di persone determinate, efficacissimi bensì a predisporre gli animi, ma non ancora dimostrazioni esaurienti. Ora siamo alla sintesi. “Tutte le cose alle quali diamo lo stesso nome, noi le comprendiamo sotto un’unica idea„, aveva detto già nella Repubblica1 ripetendo un concetto espresso anche altre
- ↑ X. p. 596 A. — Il Campbell (O. c. Introduction to the Soph. p. xlviii) fa un’osservazione che mi par giusta solo in parte. Dice che un oppositore moderno avrebbe innanzi tutto fatto questione sul vocabolo sofista, se non fosse usato in più e diversi significati, ma che la possibilità di questo dubbio non passò per la mente di Platone. Io osserverei che l’equivocare sul significato dei vocaboli era spediente vulgato della sofistica, ben noto al nostro filosofo e da lui espressamente combattuto (cfr. per es. Euthyd. p. 278 A, dove Socrate fa appunto notare il doppio senso del verbo μανθάνειν, sul quale giuocavano Eutidemo e Dionisodoro), e perciò non direi che a Platone sfuggisse l’obiezione. Se Pindaro chiama sofisti i poeti, e Socrate altrove i geometri, a questa estensione di significato evidentemente qui Platone non giunse: egli qui vuol determinare che cosa si debba intendere per sofista, non che cosa volgarmente