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CAPITOLO III.
La teoria del Sofista.
1. Stringiamo meglio i nodi del nostro riassunto. Il Sofista consta di due questioni, l’una presentata come principale, che cosa è il sofista, l’altra introdotta come occasionale e quasi in servigio della prima, che cosa sono l’Essere e il Non essere. Il collegamento non è casuale: anche se l’importanza rispettiva delle questioni sarà del tutto al rovescio della loro apparenza, esse restano congiunte strettamente da nessi esterni ed interni, e l’una compie l’altra. Il nesso interiore infatti consiste nell’essere le due parti, per così dire, l’una teorica e l’altra pratica: l’una determina la natura del falso, l’altra descrive chi lo professa e come lo professi; ed è perfettamente normale e naturale che la pratica preceda la teoria: questo avviene in tutti i fatti umani, a cominciare dalla lingua. Il nesso esteriore è dato dalla settima definizione del sofista, la quale diceva ch’egli era uno che inganna imitando, che persegue ciò che pare ma non è: era necessario dunque indagare e defi-