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44 | Capitolo II. |
verno secondo scienza: gli altri saranno più o men buoni o più o meno cattivi secondo nell’imitarlo gli si accostino più o meno. Che se il governo perfetto, nella nostra contingenza, non è possibile e bisogna accontentarsi d’una di queste imitazioni, s’ha da preferir sempre quella che si tiene più stretta all’esemplare: questo sarà per noi governo buono. Ora, in questo governo buono, appunto perchè non è perfetto, di necessità si dovrà fare appunto quello che non abbiamo ritenuto per l’ottimo, cioè mantenere e applicare assolutamente le leggi (p. 297 E).
E per verità, con quel governo ideale e perfettamente ragionevole questo non avrebbe avuto senso comune. Sarebbe infatti assurdo e ridicolo che, perchè il nocchiero ed il medico hanno in mano la nostra vita, per guarentirci volessimo far delle leggi secondo le quali volta per volta e caso per caso si dovesse navigare o medicare, e poi giudicassimo non già se han navigato o medicato bene, ma se hanno fatto secondo i regolamenti. Chi vorrebbe far più il medico o il nocchiero a queste condizioni? Per esser consentanei poi bisognerebbe anche porre un’altra legge, cioè che fosse punito anche chiunque volesse indagare sulla medicina e sulla nautica indipendentemente dai regolamenti, come quello che volesse esser più savio delle leggi. In tal modo è chiaro che ogni scienza perirebbe. Ma posto che l’uomo non sia perfettamente ragionevole, ci può essere un guajo anche molto maggiore che a far così, ed è se colui che è messo a custodia delle leggi le violi, non in nome della scienza, ma secondo semplicemente che gli pare o gli piace (p. 300 A). Le leggi, quando non altro, sono frutto di scienza e d’esperienza, e se non posson mutarsi per scienza ed esperienza, pochissimi essendo quelli che l’abbiano, il meglio che resta a fare è mantenerle rigorosamente. Questo è quell’imitare la verità di cui s’è detto: il vero sapiente non ci dà imitazioni, ma ci dà lo stesso vero; gli altri possono imitare in bene o in male: imitar in bene è serbar le leggi, in male sovvertirle; quello è aristocrazia e governo