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Analisi. | 41 |
impari quel caso, ma perchè divenga più esperto. Anche la ricerca stessa dell’uomo politico aveva principalmente questo scopo (p. 286 C). La lunghezza e la brevità non si misurano infatti dal piacere o dalla noja che ci possiamo trovare (questa è cosa affatto secondaria), ma dal conveniente e dall’utile, e così è anche nel nostro caso speciale (p. 287 A).
Ed ora ritorniamo al re e all’uomo politico e facciamo della sua arte ciò che si è fatto dell’arte testoria. Anche per il re abbiamo già separato l’arte sua dalle arti congeneri (cfr. p. 280 B), resta da separarlo dalle concausali e dalle causali (cfr. p. 281 E).
Bisognerebbe queste dividerle in due, ma in due non si può, come procedendo vedremo in effetto: dividiamole dunque come si può. E innanzi tutto, come prima, nelle concause porremo quelle che fabbricano gli strumenti che servono a produr qualche cosa, senza di che non si dà vita civile: in secondo luogo vengono quelle che fanno i vasi da contenere le cose prodotte; in terzo quelle che ci provvedono il posto da star noi e le robe nostre, ciò che si potrebbe chiamar sostegno o veicolo in senso lato; in quarto quelle che ci forniscono ripari o difese; in quinto quelle dei trastulli, e comprendono tutti gli ornamenti, e la pittura, la musica e le altre imitazioni; in sesto quelle che somministrano la materia alle arti che abbiamo nominato, per esempio, i metalli, il legname e via via; in settimo quelle che procacciano il nutrimento al corpo umano, come l’agricoltura, la medicina, la ginnastica. Nessuna di queste è l’arte regia (p. 289 A). Ricapitolando, in queste sette specie è compreso tutto ciò che è oggetto di possesso, o per lo meno si può tirarcelo, all’infuori del possesso degli animali, che invece è stato compreso prima nell’allevamento delle razze (cfr. p. 261 E), e del possesso degli schiavi. Restano dunque da considerare gli schiavi e gli altri servitori o esecutori in generale: chi sa che non li troviamo qui i veri competitori del re (p. 289 D). Non saran questi certo gli schiavi che si comperano, quelli che sono veramente cosa nostra: ma