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40 | Capitolo II. |
Ma perchè, si domanda subito il Forestiero, abbiamo fatto questo giro e abbiamo parlato di tante altre cose invece di definir subito l’arte testoria? O che siamo andati troppo per le lunghe? Per rispondere a proposito giova prima veder di conoscere la natura del troppo e del poco, e per conoscerla conviene studiar l’arte del misurare. E anche di quest’arte si distinguon due specie, l’una relativa in rapporto alle altre cose, l’altra assoluta in rapporto al canone che è posto da natura per quella tal cosa, in altre parole, in rapporto al giusto mezzo; chè appunto nell’esser vicino o lontano da questo mezzo sta anche la differenza tra i buoni e i cattivi (p. 283 E). È da aggiunger poi che senza questo mezzo si toglie la possibilità di qualsiasi arte o scienza, poichè non si avrebbe più un termine certo a cui riferirsi: così non ci sarebbe neppur la politica e sarebbe finito il nostro discorso (p. 284 C).
Dobbiamo dunque cercare che cosa sia questo mezzo, anche se la discussione sarà lunga, poichè è necessaria. E ci gioverà anche quando prendessimo un giorno a dimostrare che cosa è l’assoluto: per ora per altro ci basta una dimostrazione indiretta. Ed è questa: senza del giusto mezzo non ci sarebbero le arti; ma le arti ci sono; dunque il giusto mezzo c’è. Se questo c’è, si dà adunque anche la partizione che s’è detta delle arti della misura, l’una in rapporto al numero, alla dimensione, alla velocità relativa, l’altra in rapporto al giusto mezzo, al conveniente, al doveroso e così via. Quelli che dicono che tutto è misura sin qui han dunque ragione, soltanto confondono insieme l’una specie di misura con l’altra, o se distinguono, distinguono male, perchè non distinguono secondo specie (p. 285 B).
Ciò posto, è egli vero che siamo andati per le lunghe al di là della giusta misura e sull’arte testoria, e sul girare del mondo, e prima sul Non essere, a proposito del sofista? No, perchè queste discussioni, anche quando erano di materia frivola, ci giovavano per diventar più dialettici in generale, come i problemi di lettura che si propongono al fanciullo non gli si propongono perchè