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on- . L'uomo politico. -103 che l'uomo prudente si allontani ma^ dalle na\ ture gagliarde, ma contessendo (una tela) di consensi e di onori e di rispetti e di prestazioni reciproche di sicurtà e mettendo insieme di tali cose quello che si dice tessuto liscio e fino, af- trarre quelle nozze che' son lodate dalle persone ragionevoli, le quali ti dovrebbero esortare a. non fuggire quelle coi poveri e non cercar troppo quelle coi ricchi, ma, se tutto il resto si pareggi, preferendo sempre chi ti sia un po’ inferiore, contrarre con esso il connubio. Così di padri modesti e costumati conviene cerchi diventare affine chi è consapevole seco-stesso d’essere troppo impetuoso e facile a lasciarsi m'asportare più del bisogno in tutte le sue azioni; e cn ha indole contraria a questa giova si rivolga ai pfftntadi contrari.. E in generale sulle nozze il discoreo sia uno solo: le nozze che giovano alla città, queste ciascuno deve ambire, non quelle che gli piacciono di più. Chè ciascuno sempre è portato da natura verso chi gli è più simile, donde la città intera (invece) diventa disuguale e di ricchezze e di costumi: di che, ciò che non vogliamo accada a noi, accade pur troppo a moltissime città. Ora queste cose espressamente imporre per legge, che il ricco non sposi la figlia del ricco, nè il potente quella di un altro tale, e le indoli più pronte costringerle a sposarsi con le più tarde, e le più tarde con le più pronte, oltre esser ridicolo, potrebbe anche in molti muover ira: perocché non è facile mettersi in mente che la città abbia ad essere commista come (il vino nel) cratere, dove il Dio pazzo versatovi ribolle, ma castigato da quell’altro Dio sobrio, e ridotto a bella società, produce una bevanda buona e temperata. Che questo dunque avvenga anche nella commistione che fa i figliuoli, nessuno per così dire è capace di discemerlo. Per questo tali cose nella legge è necessario di ometterle, ma con suggestioni tentar di persuadere „ ecc. ecc. é