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L'uomo politico. 389 che) per coloro che sono forti nel disputare si può assalire facilmente davanti all’opinione dei più. Socr. oiov. Non capisco. For. Ma vediamo da capo. Il valore io credo - infatti tu lo ritenga essere una parte della virtù B nostra. Socr. giov. Certamente. For. E la prudenza una cosa diversa dal valore, e però anche questa una parte di quella di cui era esso pure. Socr. giov. Sì. For. Ebbene, a proposito di ciò bisogna avere il coraggio di porre un'asserzione molto strana. le singole specie di questo concetto e a considerar questa frase isolata, o anche in relazione a ciò che si è detto a pag. 263 A sulla differenza tra fttQog e yévog, si direbbe che ha ragione. Ma il contesto ci dice che no. Qui infatti non si parla affatto della diversità di una virtù singola dal concetto generale di virtù, ma di quella delle virtù singole tra di loro; e l’opposizione che qui si prevede, poco più sottb (p. 306 B-C) è chiarita appunto in questo senso. Una differenza per altro anche qui rimane tra ftègog ed «f'Joy, quasi dicesse : “ che possa essere parte della virtù o che abbia che fare con la virtù, nonché esserne una specie, “ ciò che è diverso da un’altra specie di essa „ ecc. T<i in ogni caso va non con ficpog ma con tirai. La tesi dell’unità della virtù, che era stata sostenuta da Socrate nel Protagora, è pertanto qui piuttosto compiuta, spiegata e corretta che contraddetta: è un’applicazione della teoria del Sofista: il genere comprende le specie opposte tra di loro; il genere arte le singole arti opposte (per es. sincritica e diacritica), e cosi il genere virtù le singole virtù opposte. \