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uomo politico. Socr. <;iov. Che questa a quelle. For. Dunque tu dichiari che la scienza del si deve imparare o no deva per noi andare innanzi a quella che impara ed insegna? < Socr. giov. Assolutamente. For. E quella del se si deve persuadere o no prima di quella che sa persuadere? Socr. giov. E come no? For. Ebben#, a quale arte dunque attribui- D remo il persuadere la moltitudine e le turbe cor le ciance invece che con la dottrina (1)? Socr. giov. È chiaro, io credo, che anche questo è da darsi alla retorica. For. E il sapere sè convenga fare qualche cosa in rapporto a qualcheduno o con la per suasione o anche con qualche violenza, o invece del tutto lasciar stare (2), questo a quale scienza l'attribuiremo? Socr. giov. A quella che sta sopra al l'arte del persuadere e all’arte det dire. (1) Cfr. Theaet. p. 201 A-D, dove si parla appunto della persuasione irrazionale prodotta dalla retorica, che può essere anche falsa, in confronto della convinzione razionale che è effetto della dimostrazione scientifica. Nefl’espressione Sià fiv&oÀoylag è implicita hi distinzione tra fiddog e Aóyo;,, quello strumento della poesia, questo della filosofia. (2) Sia che si legga fj vai cò nufìtmuv (Schleier- macher), ovvero i) xal tò Tittgàjiav àjciymeiv (StaLLBAUMi sia che si integri i\ov/jav lytiv (Hermann, Burnet), il senso è certo, come è certo che tyetv dei codici cos. da solo non ha senso. 1