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uomo politico. Socr. giov. E’ pare, dato il discorso ora te- For. I-a monarchia pertanto aggiogata a scritture buone, le quali diciamo leggi, è la migliore di tutte e sei : senza leggi è intollerabile c la più trista da viverci. 13 Socr. giov. È molto probabile. For. Quella poi dei non molti, come il poco sta in mezzo dell’uno e della moltitudine, cosi la riterremo media tra l’una e l’altra, e quella della moltitudine alla sua volta debole in ogni cosa e incapace di far nulla di grande nè in bene nò in male al paragone delle altre, per essere il comando in questa distribuito in piccole frazioni tra molti. Per la qual cosa essa è tra tutte le forme di governo che sono secondo legge la peggiore, e di tutte quelle contro la B legge la migliore (l); e posto che tutte siano sfrenate, vai meglio vivere nella democrazia, e posto che siano ordinate, menomamente è da vivere in questa, ma molto più e molto meglio » (r) Aristotele, Politici, IV. 2, allude evidentemente a questo passo, ch’egli attribuisce a un tlg ivn> ngóttgov. la citazione probabilmente è fatta a memoria ed è per sè stessa abbastanza esatta (éxePvos /<*»' y«Q fxgtvt, nuoiov ftfv ntaòir iitietxàiv, olov òÀtyuQyJaf te jfflijo»i y.aì nùr 1lAAar, /ctptarrjv ihj/toxpaitav, tpavAtav 61 «(toetjvì soltanto la sostituzione del più indeterminato imnxàr a vopt/Hov e rfiaùAojv a rrapavi/tiov, facendo possibile intendere che Platone riconosca la bontà di queste costituzioni, ha dato ansa ad Aristotele di notare con la teoria propria una divergenza che non esiste, o è di gran lnnga minore ch’egli non credesse.