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L’uomo politico. 339 scolta, e non crucciarsi punto per la lunghezza, e così neanche se è troppo breve. E oltre di cjò ancora (la ragione ci dice) che colui che biasima la lunghezza dei discorsi di questi convegni e non accetta i giri delle digressioni/1), ,ion conviene affatto lasciarlo in libertà presto nè subito appena ha biasimato il discorso come 287 lungo, ma ritenere ch’egli sia in obbligo di mostrare che, se fosse stato più breve, avrebbe reso i compagni più perfetti dialettici e più atti a trovare col ragionamento la verità delle cose; e degli altri biasimi e lodi intorno a che che altro sia non darsi pensiero, nè del tutto parer d'ascoltare sì fatti discorsi. E di ciò basti, se anche tu ne convieni : e ritorniamo di nuovo all’uomo politico, applicandogli l'esemplare della B sopra detta arte testoria. Socr. giov. Hai detto bene, e vogliamo fare come dici. (1) 11 Lutoslawski (O. c. p. 442) vorrebbe vedere in queste parole una risposta a qualcuno che avrebbe accusato di lungaggini il Sofista : a me pare che se questa censura si faceva a Platone, essa potesse essere più generale, e al Sofista forse potesse riferirsi meno a proposito che ai primi dialoghi: non è infatti propriamente questo il difetto del Sofista, ma piuttosto la pesantezza e l’oscurità. Cosi per me si leva qualsiasi motivo di porre tra Politico e Sofista alcun notevole intervallo di tempo.