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Analisi. | 23 |
Similmente l’altra sezione dell’acquisitiva corrispondente all’arte della caccia era l’agonistica: ora continuando a bipartir questa con lo stesso metodo arriviamo all’arte disputatoria, la cui sottospecie lucrativa è ancora l’arte del sofista, ed è questa la quinta definizione (p. 226 A).
La sesta definizione muove da un punto di partenza un po’ diverso. Si comincia dall’arte discriminativa che comprende quante hanno per iscopo lo sceverare e lo scegliere; e continuando a bipartire si ha l’arte che divide il simile dal simile, e quella che divide il migliore dal peggiore, quindi la purificazione del corpo e quella dell’anima. Ma come il corpo può esser contaminato da malattia o da bruttezza, così l’anima da malvagità o da ignoranza, e perciò a purificazione del corpo abbiamo la ginnastica e la medicina, dell’anima la giustizia punitiva e la didascalica. E come c’è ignoranza semplice e sciocchezza, che è il creder di sapere ciò che non si sa, così della didascalica abbiamo due sezioni, insegnamento di cose ed educazione, e dell’educazione due parti, ammonizione e confutazione. Quelli che professano la confutazione parrebbe dovessero essere i sofisti, se non ci fosse pericolo di sbagliarsi di grosso, perocchè anche il lupo somiglia al cane: chiamiamoli sofisti di sangue nobile (p. 231 B).
A questo punto si sosta e si ricapitola, per conchiudere che quando uno che si chiama col nome di un’arte sola apparisca intendente di molte, la cosa zoppica, perchè è segno che sfugge quel punto in cui tutte queste molte arti convergono e che è cagione del nome unico col quale si chiamano (p. 232 A).
Ripigliamo dunque la ricerca e rifacciamoci dalla definizione quinta, ove era detto che il sofista avea l’arte del contraddire.1 Insegna egli dunque a contraddire
- ↑ ἀντιλογικόν. Veramente a pag. 225 B-D dall’ἀντιλογική discende l’eristica o disputatoria, e da questa la disputatoria lucrativa, ed è quest’ultima quella propria