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22 Capitolo II.

per tutte queste divisioni siamo giunti a sapere che cos’è la pesca alla lenza: essa è un’arte acquisitiva, costrittiva, ecc. ecc. (p. 221 B).

Applichiamo questo metodo al sofista. Egli è dello stesso genere del pescatore alla lenza, e nella serie che abbiamo veduto li troviamo tutt’e due sotto l’arte della caccia di animali vivi (p. 222 A). Ma a partire da questo punto si separano. Invece che alla caccia di acqua il sofista si rivolge a quella di terra, e giù giù alla caccia dei domestici non a quella dei selvatici, alla caccia persuasiva non alla violenta, a quella che si fa in privato non a quella che in pubblico, a quella che guadagna non a quella che dona; finalmente siamo all’ultima suddivisione, e abbiamo l’adulatore e il sofista: l’adulatore piaggia per cavarne il suo mantenimento, il sofista fa professione d’intrattenere a scopo di virtù per trarne denari; e questa è la prima definizione che si dà di questo animale (p. 223 A-B).

Ma si può prender la cosa sotto un altro aspetto. Torniamo indietro e invece di bipartire l’arte costrittiva dividiamo la permutativa, o, come qui la si chiama, l’arte degli scambi:1 avremo quella che dona e quella che commercia, e di questa seconda il commercio dei prodotti propri e la permuta dei prodotti altrui, di questa alla sua volta la permuta spicciola sul luogo e la mercatura in grande da città a città, quindi mercatura di ciò che serve al corpo e mercatura di ciò che serve all’anima, cioè importazione ed esportazione di arti e di scienze: da ultimo, dividendo quest’ultima, abbiamo la mercatura delle cognizioni tecniche e la mercatura di virtù e di discorsi. Questa è la sofistica (p. 224 C-D): seconda definizione.

Così nulla vieta che si possa dire sofista anche lo spacciatore al minuto di questi stessi prodotti, sieno essi suoi propri2 (terza definizione), o accattati da altri (quarta definizione).



  1. Cfr. nota a p. 223 C.
  2. Cfr. nota a p. 224 D-E.