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290. L'uomo politico. XIII. ?30CK. c.iov. Hai detto benissimo; e ora pari e non lasciar fuori nulla. For. Senti dunque. Perocché questo universo talora Iddio stesso lo dirige nella sua marcia lo accompagna nel suo girare, e talora lo lascia libero, quando i periodi del tempo che gli ^ congruo abbiano raggiunto la loro misura; ed esso allora di nuovo di proprio impulso gira intorno aH'incontrario, come quello che è un D essere vivo c che fu dotato di intelligenza pprjS opera di colui che lo costituì da principio. E questo di andare indietro gli fu connaturato di necessità per la seguente ragione. Socr. giov. Per quale poi? For. Durare sempre nello stesso rapporto e allo stesso modo ed essere sempre lo stesso conviene soltanto alle divinissime tra tutte le cose, e la natura del corpo non è di quest'ordine. Ora quello che noi chiamiamo cielo é mondo molte cose magnifiche bensì ricevette da chi lo ha generato, ma è però partecipe anche di corpo; così che esser da mutamenti esente affatto gli era impossibile: per quanto E per altro gli ò dato, egli si muove d’un solo movimento come meglio può nello .stesso luogo e allo stesso modo. Ebbe pertanto in sorte il rifare il giro indietro, la mutazione più piccola