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! L’uomo politico. 257 jjont' dà una certa ar'a di famiglia ( 1). Ora i nostri nti bisogna pure che cerchiamo sempre di- oscerli conversando con loro. Ebbene, con feeteto ho avuto a fare jeri discorrendo io stesso con lui, c adesso l’ho sentito rispondere a te; I con S°crate 'nvece una cosa l’altra; e si jcve pure esaminare anche lui. A me dunque \ ^ per un’altra volta; ma risponda a te intanto. For- Faremo così. — O Socrate, senti cosa dice Socrate? Sock. giov. Sì. Fok. Consenti dunque a ciò che dice? Socr. giov. Interamente. For. Se da parte tua non fai difficoltà, con- B viene forse che anche meno ne faccia io dalla mia. Ora dopo il sofista è necessario, secondo il mio parere, che esaminiamo tra noi l'uomo politico; e allora dimmi: l'una delle due, s’ha da porre anche questo tra coloro che possedono un saperi-? o altrimenti? Socr. «iov. Certamente (2). — (t) Per la somiglianza di Teeteto con Socrate, cfr. Theiret. p. 143E: quanto a Socrate il giovane, cfr. Sopii, p. 318 B. (2) La politica è dunque una scienza; e che questa fosse convinzione anche di Socrate è chiaro, per esempio, da Senofonte, Meni. I. 2, 9, dove egli ride dei magistrati eletti a sorte, mentre a sorte non si eleggerebbero ne un nocchiero, nè un fabbro, nè un flautista, che pur quando sbagliano non producono un danno così grave. 258 L'