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35*5 L'uomo politico. Teod. Molto bene, per il nostro Dio mone (i), e giustamente, o Socrate, con la t buona memoria (delle regole) mi hai dato dosso per il mio errore di computo. Ma in can&Sj di ciò mi rifarò con te un’altra volta. Tu intant o forestiero, non ti stancare dal compiacerne ' C per ordine, sia che tu preferisca prima l'uom#* politico, sia che il filosofo, scegli ed esponi'1 For. Così, o Teodoro, s’ha da fare ; e poiché una volta vi abbiamo posto mano, non si p„fc lasciare se non si arrivi fino in fondo. Ma di questo Teeteto che ho da farne? Teod. A proposito di che? For. Che lo facciamo riposare, prendendo in- vece di lui questo Socrate qui suo condiscepolo: O che ci consigli? Teod. Come hai detto, prendilo. Giovani come sono tutt’ e due, reggeranno più facilmente a qualsiasi fatica, quando sien riposati. D Socr. In verità, o forestiero, si direbbe che tutt’e due abbiano con me una tal qual parentela. Infatti l'uno per i tratti della faccia voi altri dite che mi somiglia tutto, e dell’altro essendo 258 il nome uguale al mio, anche questa denomina- porzionc geometrica : àvaÀoyla infatti significa più propriamente questa proporzione, mentre le altre buiio dette medichi, (isoórtjies. Cfr. Tini. p. 31 C e !a roiu nota. (1) Per Ammone afferma Teodoro, coinè Cireneo ch’egli era.