Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/258

Il sofista. 347 fon I-una quella che si produce per mezzo v strumenti. l'altra quella di cui si fa strumento |uj stesso che crea l’apparenza. Teet. Come dici ? foR. Quando, io credo, alcuno col suo proprio jorpo rappresenta in modo somigliante la tua toura, o la tua voce con la voce, questa' parte je||'arte fantastica si chiama mimica (i). E mimica pertanto chiamandola riserviamocela come parte nostra, e quell'altra abbandoniamola tutta «enza prendercene briga e lasciamo ad altri di raccoglierla sotto un'unità e di darle un titolo B che le convenga. Tket. Sia riservata, e quella sia abbandonata. For. Ma anche questa, o Teeteto, merita sia considerata come doppia. E il perchè eccolo qui. i Teet. DI pure. For. Di quelli che imitano alcuni lo fanno sapendo ciò che imitano, altri non sapendolo. E allora quale maggiore differenza potremmo porre di quella dell’ignorare e del sapere? Teet. Nessuna. For. Pertanto ciò di che si è ora parlato era la mimica di chi sa. Perocché (solo) perchè conosce te e la tua figura uno ti potrebbe imitare. ni L’imitazione con gli strumenti naturalmente comprendi- tutte le arti ; l’altra è l’imitazione col corpo, che qui si chiama (ftpijtng; traducendo con mimica bisogna avvertire che questa parola in italiano male può estenderà oltre gli atteggiamenti del corpo, come vedremo invece tosto avvenire della greca. 248 II sof