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11 sofista. 219 | ^ |e nostre ragioni di prima, e quindi ci per^ di ciò che vien poi. ’Tbk'I' ,[ai <lett0 g'ustissimo' I Por £d ora ve(^'arno ar>che questo. B I Teet. Che cosa. I pcK Ouando nominiamo ciò che non è. non jjamo, m’immagino, una cosa contraria di T che ì', Ilia soltanto diversa. Tket. Come? I Fon Pcr esempio quando di una cosa diciamo . non è grande, ti pare allora che con questa parola vogliamo indicare il piccolo piuttosto che j'egpale ^ Teet. ('erto che no. Fok. Quando dunque si dica che la negazione significa il contrario, non Io concederemo, ma (ammetteremo) questo soltanto, che il noti signf- C fica qualche cosa di diverso dai nomi che lo seguono, o piuttosto dalle cose cui si applicano i nomi che vengono dopo la negazione. Teet. Senza alcun dubbio. XLIl. For E riflettiamo anche a questo, se non ti dispiace. Teet. Che cosa? For. La natura del diverso pare a me che la sia tutta sminuzzata, come la scienza. Tekt. In che modo? 220' * II s