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.For. È chiaro dunque che il moto è realmejflJ non essere, ed è (insieme) essere, poiché cipa dell’essere. Tf.et. È evidentissimo. For. Resta dunque di necessità che il D—jl essere è e per il moto e p^r tutte le speci» E Perocché per tutte la natura del diverso facendo ciascuna diversa dall’essere la fa non essere. » tutte le cose per questo rispetto diremo reti*, mente che non sono, e viceversa perchè parte, cipano dell’essere, le diremo essere e che sono Teet. Così parrebbe. For. Per ciascuna specie dunque è molto l'es- sere, ma infinito di numero é il non essere (i). Teet. E’pare. 257 For. Dunque anche l'essere stesso si dovrà dire diverso dalle altre specie. Teet. Di necessità. For. Dunque per noi anche l'essere, per quante altre specie si dànno (da esso diverse), per altrettante non è. Perocché non essendo esso quelle, esso è una cosa sola ; ed infinite di numero sono queste altre cose che esso non è. Teet. Proprio così. For. Neanche su questo dunque bisogna far difficoltà, se è vero che la natura delle sptcìe ammette partecipazione reciproca. Che se alcuno questo (2) non vuol concederlo, convinca (der- (1) Cioè ciascuna specie ammette molti predicati, ma son molli di più quelli che non ammette. (2) “ Cioè che l’essere non è, ecc. „ (Jowett).