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Il sofista. 215 XLI. For Ora su queste cinque, ripigliandole una una. diremo a questo modo. Tket. A che modo ? Por. Innanzi tutto che il moto è per ogni riatto diverso dalla quiete. O non s'ha a dirlo? Teet. Si, cosi. For Dunque non è quiete. Teet. In nessun modo. For. Ma però c, perciò che partecipa dell'essere Teet. È. Por. Ancora viceversa il moto è diverso dall'identico. Teet. Pare. Fok. Non è dunque l'identico. Tket. No. For. Eppure esso era l’identico, poiché del- I identico partecipano tutte le cose (1). Teet. E davvero. Por. Bisogna dunque convenire senza farsi pregare che il moto è l'identico e non l'identico Perocché quando lo diciamo l’identico e (quando lo diciamo) non l'identico, non diciamo nello stesso senso ; ma quando lo diciamo iden- (il A p. 254 D si è detto che ciascuna cosa è identica rispetto a sè stessa, diversa rispetto alle altre. Cfr. pure P-aSSB. ¦ 216 II