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fista. Ché ti sarai trovato, io penso, o Teeteto, pii volte con chi si dà sul serio a tali questioni talora anche uomini in età, che per deficenza nJ' possedimenti del pensiero fanno gran caso di s> fatte cose, e reputano il sommo della sapienza l'averle scoperte. Teet. Veramente. For. Affinchè pertanto il nostro discorso sn per tutti, quanti abbiano mai comunque ragìo» D nato sull'essenza, sia detto anche per costoro el per quelli altri pure con cui prima disputammo ! ciò che si dirà ora come sotto forma d’interro- gazione. Teet. Che cosa poi ? For. Forse che non potremo attribuire pes. sere al moto e alla quiete, nè altra cosa nessuna ad alcun’altra, ma le riterremo nei nostri di* scorsi come insociabili ed incapaci di partecipare le uno delle altre? O le riuniremo tutte insieme, come atte a comunicare tra di loro? 0 alcune sì ed altre nor Di queste cose, o Teeteto quale dovremo credere che essi voglian pre- E ferire? Teet. Io per loro non ho nulla da rispondere a queste domande. For. E perchè dunque, rispondendo a un'ipotesi per volta, non cerchi di esaminare ciò clic avviene caso per caso? Teet. Dici bene. For. Poniamo ch'essi dicano, se ti pare, jx?r primo, che non ce in nessuna cosa nessuna capacità di comunicazione con nessun’altia per