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200 // sofista. E For. Forse che dunque ora siamo in uno mij nore rispetto a ciò che è? Teet, Per me, o forestiero, se è lecito dirlo] mi pare che siamo in uno maggiore. For. Constatiamo dunque questa difficoltà. P- poiché e ciò che è e ciò che non è partecipano ugualmente di tale imbarazzo, ora abbiamo gij la speranza che, a seconda che l’uno di essi oil si mostri o più oscuro o più chiaro, anche l’altro ci si abbia a mostrar tale. Che se poi non poil 25* tessimo veder bene nè l’uno /iè l'altro, cacceremo (1) il nostro discorso in mezzo a tutti e due quanto più garbatamente potremo. Teet. Benissimo. For. Vediamo dunque in che modo mai ay*l venga che di volta in volta chiamiamo la stessa cosa con diversi nomi (2). Teet. Per esempio, che cosa? Dì un esempio (1) tòv yoBv S.àyop SnflneQ àv olot re H/ttv rvniitni- aittTu Aiùjcrófif&a oOltos àprpoìv Sua. Tutti i codici hanno óiiuoófie&u, che ancora torna più appropriato di tutti $'¦ emendamenti proposti, compreso il Stoioó/tt&a dei Wagner e dell’APELT. — Il Jowett traduce: “ and il we are able to see neither, there may stili be a chance of steering our way in between them, without nny great discredit „. (2) 11 Jowett parafrasa : “ come si possano predicare diversi nomi di una stessa cosa „.