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H sofista. di passività si muove (i), il che affermiamo non® poter avvenire di ciò che è in quiete. Teet. Giustamente. For. Ma in nome di Dio, ci* persuaderemoJ noi facilmente davvero che il movimento c u I vita e l'anima e l'intelligenza ciò che compiuta I inatte e (2) non' li abbia, e che' esso non viva 1 nè pensi, ma venerabile e santo, e pur senza fl 2.|9 intelletto, .stia sempre fìsso ed immobile? Teet. Acconsentiremmo, o forestiero, ad un’asserzione ben forte. For. Ma avere intelletto e vita no, lo ammet- I tiamo ? Teet. E in che modo? For. O vogliamo dire che tutt’e due queste cose siano in esso, ma però negare che esso |e abbia nell'anima? Teet. E in quale altro modo potrebbe averle? For. Ma allora (diremo) che ha intelletto e vita e anima, per altro, pur essendo animato, sta del tutto immobile? (1) Si muove: ciò che patisce si muta, e qui muoversi vale mutarsi. Nota che questo muoversi (xivelodat) rispetto a ciò che precede ha senso passivo ; è detto infatti espressamente che esser conosciuto è passivo: ora si passa a considerar l’Essere attivo, e attivo diventa anche il moto che gli è attribuito: l’Essere perfetto si muove da sè, e questo pare qualche cosa di più reale e meno metaforico di quel moto per modo di dire in cui si raffigurava Tesser conosciuto. (2) Su questo Essere perfetto veggansi i Prolegomeni cap. Ili § 4.