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i93 II sofista. Teet. Affermiamo infatti. For. E questo partecipare, o brava gente, eh** è, che lo applichiamo all'una e all'altra cosa?» Forse ciò che da noi fu detto or ora? Teet. Che cosa? For. Un patire o un fare per effetto d'ugJ.1 potenzialità prodotto dal congiungersi di una cosa con l'altra. Probabilmente," o Teeteto, ]9 risposta che dànno a ciò non la afferri bene, ma 10 per l'abitudine sì. Teet. E che discorso dunque dicono? For. Non ci concedono ciò che abbiamo detto j ora discorrendo coi figli della terra a proposito ' dell’essenza. Teet. Che cosa? For. Abbiamo ritenuto fosse definizione suf- ficente di ciò che ò, l’aver la potenzialità o di patire o di fare sia pure in minima parte? Teet. Sì. For. Ora a ciò rispondono questo, che il divenire partecipa bensì della potenzialità di patire e di fare, ma quanto all'essere, negano gli convenga potenzialità alcuna nè dell'una cosa nè dell’altra. Teet. Dicono poi con fondamento? For. A questo intanto dobbiamo rispondere, che abbiamo anche bisogno di sentire più chiaro da loro se ci consentono che l’anima conosce c la essenza è conosciuta. Teet. Fin qui consentono certamente. For. E che? Il conoscere o Tesser conosciuto 11 chiamate fare o patire, o l’uno e l'altro? 0