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ofista. For. Veramente tra loro pare la sia come una I battaglia di giganti, tanta è la disputa che hannoil gli uni con gli altri intorno all 'essenza. Tket. Come? For. Gli uni tirano tutto giù dal cielo e dal. 1 l'invisibile sopra la terra, pigliando davvero rupi e querce con le mani. Afferrandosi infatti a cose J tutte di questo genere asseverano' che c’è sol- j tanto ciò che offre appoggio e contatto (i), de- 1 B finendo corpo e sostanza come una cosa sola’ e gli altri, se c’è chi dica esservi qualche cosa I che non ha corpo, li disprezzano assolutamente < e non vogliono udir altro. Teet. Hai proprio nominato degli uomini tremendi : infatti mi sono imbattuto anch’io in pa- ' recchi di costoro. For. E appunto per questo quelli che hanno ;i questione con loro si difendono con molta precauzione dall’alto, quasi da un luogo invisibile, sostenendo energicamente che la vera essenza ] sono certe idee intelligibili e incorporee (2), e i
(1) Cioè non credono che a ciò che cade loro sotto
i sensi. Cfr. Theaet. p. 155 E. Questi sono in primo luogo
gli atomisti, cioè Leucippo e Democrito, che Platone
non nomina mai, e con essi quanti hanno con loro s>i
questo punto sostanziale affinità; probabilmente in
ispecie Antistene. Quanto alle parole iù>v yà(t roioétar
itpumófieroi xàvtiov óiio%v(>i£ovtai rotizo elvai fióvov, si
può dubitare se invece di coiovza>i> .-càviov non si deva
congiungere nùvitov póvov, quando però, ciò che preferirei, ndvtiov non sia da mutarsi in ndvto>$. %
(2) Con questi, che più oltre Platone chiamerà arnid
delle idee, probabilmente si vuol indicare un indirizzo
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