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fista. tutte rispondere a questa domanda nè ad altra qualsiasi. Teet. Come? Fon. Convenire che vi sono due nomi, senza i ammettere ma che una cosa sola, sa di ri- dicolo. Teet. E come no? For. Ed anche soltanto di accontentarsi che uno dica che un nome qualsiasi è, non c'è ra- D gione (i). Teet. Perchè ? For. Chi pone il nome come diverso dalla cosa viene a dire due cose. Teet. Si. For. E chi ponga che il nome sia lo stesso che la cosa, o sarà costretto a dirlo nome »Jj niente, o, se lo dirà di qualche cosa, accadik che il nome sia solo nome di un nome e di nient’altro. Teet. Precisamente. For. E (così pure accadrà) che l'essere inon (i) Kal tò Trapanar ys. &no6i%eaòal roti J.iyovroj, rii; gor.iv fivoiid ri, Xóynv oi% àv è%ov. Il n non è predicato di tivofia, coinè intende il Jowett: 11 che un nome è qualche cosa che sarebbe anche superfluo; ma è attributo, " che v’è qualche nome (Schi.eiermacher), che un nome esista „. Ciò è richiesto anche dal senso. Non che due nomi gli Eleati non possono ammetter Tesseri*] neanche di uno : poiché o il nome è diverso daDa cosa, e allora son due; o è lo stesso, e allora il nolne 0 t nome* di niente o è nome di sé stesso, cioè nome di nome.