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Il sofista. 111 jl cas0 che tu capisca che cosa dicono ? Perocché io quando ero più giovane, se alcuno nominava, quello che ora ci dà tanto impaccio, ciò che non } mi credevo di capirlo perfettamente. Ed ora vedi su di esso a che punto siamo di diffiooltà. Teet. Lo vedo. C For. E così probabilmente rispetto a ciò che è pur avendo nell’anima questo stesso errore, crediamo su di questo esser come a casa nostra e capirlo benissimo quando uno lo pronunci, e sull’altro invece no, mentre per tutt’e due siamo alla pari. Tbkt. Probabilmente. For. E così anche per le altre cose da noi prima dette si intenda ripetuto questo stesso. Teet. Precisamente. XXXI. For. Ebbene, intorno alle molte altre cose indagheremo anche dopo, se ci parrà; intanto per prima bisogna esaminare la maggiore e fondamentale. D Teet. Di quale parli ? O é chiaro che vuoi dire che prima si deve rintracciare ciò che è, — che cosa coloro che parlano di esso credono con ciò d’indicare? For. Sci venuto dritto sulle mie orme, o Tee- teto. Dico infatti che dobbiamo servirci del metodo nostro a questo modo, cioè, come se fossero presenti, interrogarli così: Orsù, quanti dite 1