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For. • Credo d’aver detto poco la discorrendo (i) che quanto alla confutazione di queste cose mi sento sempre scoraggito, e cosi anche ora. Teet. L'hai detto. « For. Ed o*a ho paura di ciò che ho delto, che per questo io non t'abbia a parer strambo, quando a ogni passo mi volto ora di su ora di giù. Perocché è per farti piacere che impren- B deremo a confutare quel discorso, se mai |0 confuteremo. Teet. In quanto a ciò va sicuro, che non mi parrai in nessun modo uscir di tono, se tu proceda a questa confutazione e alla sua dimostrazione. XXX. For. Orsù, da quale principio potremo prin- , cipiare il nostro audace discorso ? Pare a me, i o figlio, che la via proprio necessaria da infilare • sia questa. Teet. Quale dunque? For. Considerare innanzi tutto quelle cose che ora ci sembrano chiare, che forse non fossimo C caduti in qualche confusione su di esse, e quindi non ci inducessimo a consentimenti reciproci, quasi ne avessimo la piena evidenza. Teet. Dì più chiaro ciò che vuoi dire. For. Mi pare che Parmenide discorra <^on noi (i) Cfr. p. 239 B.