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ofista. nomini qualche cosa nello specchio o plasmata, si riderà dei tuoi discorsi, poiché gli parli come 240 se vedesse, e fingerà di non conoscere nè specchi nè acque nè assolutamente che cosa sia vedere, , ma ti domanderà soltanto ciò che dice la ragione. Teet. Che cosa? For. Quello che pervade tutte queste cose, le quali, pur dicendo che sono molte, hai creduto bene di chiamarle con un nome solo, dicendo immagine per tutte, come che sieno una cosa sola. DI dunque, e difenditi, senza punto cedere, da queU’uomo. Teet. E che altro allora, o forestiero, potremo dire che sia l’immagine, fuorché ciò che è rappresentato a somiglianza del vero (così da essere) un altro tale? B For. Vuoi dire un altro tale vero, o in che senso hai detto taleì Teet. Vero niente affatto, ma che pare. For. Intendendo che il vero è realmente? Teet. Appunto. For. E che? Il non vero non è l'opposto de!^ vero ? A.óy<ov. Non capisco affatto la possibilità di sopprimere idv (che ripete e spiega Star xtA.), come fa I’Apelt sulle orme dell’Heindorf: senza di esso più che un asindeto si ha un non senso. Dice insomma che quello vorrà la definizione dell’ immagine secondo logica: io non so niente, dirà, nè di specchi nè di acque/ nè se qui o là si dia //«'immagine; domando che cosa è per sè stessa la immagine. // sofisti