Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/176

Il sofista. 165 altro uno ; poiché lo dico ciò che non ^(I). Mi capisci? Teet. Si. For. E del pari anche poco prima dicevo che esso è (2) impronunciabile e indicibile e inesplicabile. Mi segui? Teet. In qualche modo ti seguo. For. Dunque tentando di applicargli l’essere dicevo il contrario di prima. Teet. Si vede. 239 For. E che poi? Con l’applicargli questo non ne discorrevo come fosse uno ? (3). Teet. Si. For. Infatti dicendolo inesplicabile e indicibile e impronunciabile io ne parlavo come riferendomi ad uno. Teet. E come no? For. Eppure affermiamo che bisogna, se uno vuol parlar rettamente, che non lo determini nè come uno nè come molti, nè affatto lo chiami ron questo lo \ poiché anche con questo appellativo gli si ascriverebbe la specie dell’uno. Teet. Senz’alcun dubbio. (t) Cioè in numero singolare. (2) Intende il verbo essere nel significato di esistere, anzi che come semplice copula, e questo è il punto contestabile dell’argomentazione. (3) Oltre che l’essere gli attribuiva l’unità perchè è è singolare, e perchè gli attributi proposti sono tutti al singolare.