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Il sofista. 159

Teet. Benissimo.

For. Ma per altro ciò di cui anche allora era incerto, in quale delle due sia da porre il sofista, non posso neanche ora vederlo chiaramente; e davvero che questo è un uomo meraviglioso e difficilissimo da riconoscere, poichè anche ora bellamente e bravamente si è rifugiato dentro [D]ad una specie che non si sa come fare a investigare.

Teet. Si vede.

For. Ma mi assenti tu perchè sia persuaso, o è come un dirizzone che, per l’abito acquisito con questo nostro discorso, ti ha tratto ad assentire anche adesso?

Teet. Come e per che scopo hai detto questo?


XXIV.


For. Davvero, caro mio, siamo in un’indagine [E]del tutto difficile. Perocchè questo apparire e sembrare ma non essere, e questo dire bensì qualche cosa, ma non dire il vero, tutto ciò fu sempre pieno di difficoltà e nel tempo passato ed anche ora. In che modo infatti chi afferma potersi dire o pensare che il falso esista davvero, quando afferma propriο1 questo, non abbia



  1. ὅπως γὰρ εἰπόντα χρὴ ψευδῆ λέγειν ἢ δοξάζειν ὄντως εἶναι, καὶ τοῦτο φθεγξάμενον ἐναντιολογίᾳ μὴ συνέχεσθαι, παντάπασιν, ὦ Θεαίτητε, χαλεπόν. A levare