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156 Il sofista.

ci attenda lì subito, mettergli anche sopra le mani, come il discorso regio1 prescrive, [C]consegnarlo ad esso, e dichiarargli la preda. Che se poi egli continui a nascondersi per entro alle specie dell’arte imitativa, gli si tenga dietro, continuando a dividere di volta in volta quella sezione che lo accoglie, fin tanto che possa esser preso. Assolutamente nè questi nè alcun’altra specie potrà mai vantarsi di sfuggire all’indagine di chi sappia investigare così e partitamente e complessivamente.

Teet. Dici bene, e questo si ha a fare in questo modo.

For. Ora seguendo il precedente modo di dividere pare a me di vedere anche qui due specie [D]di arte imitativa; ma la figura che andiamo cercando, in quale delle due abbia a trovarsi, non mi pare ancora di esser capace di discernere.

Teet. Tu però dimmi prima quali sono queste due che dici, e dividile.

For. L’una ch’io vedo è l’arte del copiare2.



  1. Qui si allude all’ordine che dava il re di Persia quando voleva assoggettare del tutto un paese, ed è descritto, tra gli altri, da Erodoto VI. 31. I soldati si disponevano intorno, sulla spiaggia se era un’isola, e si pigliavano per mano stringendo insieme sempre più il circolo, per poter riferire al re che non ne era scappato nessuno. Cfr. Menex. p. 240 BC, Legg. III p. 698 D. L’espressione scelta discorso regio (λόγος, non ἐπίταγμα o simile), dice chiaro che esso è la ragione, la quale deve poi giudicare in via assoluta.
  2. La εἰκαστική altri la intende per l’arte del ritrarre, e per ritratto rendono l’εἰκόνα di p. 236 A. Ma poichè