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152 | Il sofista. |
Teet. Infatti no.
For. Dico dunque che in tutte le cose ci siamo tu ed io, ed oltre di noi gli altri animali e le piante.
Teet. Come dici?
For. Se uno dicesse di saper fare me e te e le altre piante tutte...
Teet. Che specie di fare intendi? Non vorrai [234]già parlare di un agricoltore, per esempio: poichè lo hai detto uno che fa gli animali.
For. Per l’appunto, e inoltre il mare e la terra e il cielo e gli Dei e le altre cose tutte. E cosi poi dopo che le ha presto fatte, le vende una per una per piccolissima moneta.
Teet. Dici uno scherzo.
For. E che? Quello di chi dice che sa tutto e che può insegnarlo ad un altro per poco ed in poco tempo, forse che non è da reputarsi uno scherzo?
Teet. Certamente.
[B]For. E degli scherzi sai dirmene una specie o più artistica o più graziosa dell’imitativa?1
Teet. No affatto. Hai nominato infatti una specie abbondantissima, raccogliendola tutta in una parola, e, si può dire anche, svariatissima.
- ↑ Cfr. de Rep. X p. 602 B, alla cui teoria qui evidentemente Platone si richiama.