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Il sofista. | 149 |
dere su ciascun punto1, è là scritto e pubblicato per chi lo voglia imparare.
Teet. Mi pare che tu accenni agli scritti di [E]Protagora sulla lotta e sulle altre arti2.
For. E di molti altri, caro mio. Ma poi in sostanza l’arte del contraddire non sembra ella essere una certa capacità sufficente a sostenere la discussione intorno a qualsiasi cosa?
Teet. Pare infatti ch’essa non si lasci indietro presso che niente.
For. Ma, in nome di Dio, tu, figliuolo, credi questo possibile? Chi sa che voi giovani forse
- ↑ ἃ δεῖ πρὸς ἕκαστον αὐτὸν τὸν δημιουργὸν ἀντειπεῖν. A cominciare dall’Heindorf per finire con l’Apelt e con l’Horn (Platonstudien, N. F. p. 311) i più intendono: “che cosa convenga opporre in contrario a ciascun artefice„, cioè come si possa contraddire l’artefice nella sua stessa arte. E ciò non torna nè per il costrutto nè per il senso. Qui si parla di una competenza tecnica che i sofisti, come i nostri avvocati, presumevano di avere per disputare di qualsiasi cosa: essi insegnavano l’arte agli artefici, come quell’imbecille lor discendente che tenne lezione sull’arte della guerra alla presenza di Annibale. E questo era ciò che poteva esser messo in iscritto, come si fa con la retorica nei nostri manuali. Contraddire all’artista nella sua arte non era di ciò che una conseguenza occasionale, di cui qui non può esser menzione: questa menzione infatti qui sposterebbe la questione dal punto di vista della vanità della sofistica, che si vuol chiarire, a quella dell’inganno deliberato e della falsità consapevole. L’interpretazione che ho preferito è quella data anche dal Campbell, dal Jowett, e dal Gomperz.
- ↑ Anche Diog. Laerzio IX. 8. 55 cita un libro di Protagora περὶ πάλης.