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Il sofista. 145

For. Sia dunque dell’arte discriminativa 〈una sezione〉 la purificatoria; dalla purificatoria si separi la parte dell’anima, da questa la didascalica, dalla didascalica l’educazione, dall’educazione poi — questa confutazione della vana opinione di sapere, che se ne derivò nel nostro ragionamento incidentale, non la si chiami per noi con altro nome che con quello di sofistica di sangue nobile1.

Teet. Si ammetta pure. Ma io mi trovo già imbrogliato, in tante forme ci è apparso, che [C]cosa mai, a voler dire il vero e sostenerlo, convenga dire che sia veramente il sofista.

For. E non fuor di proposito sei imbrogliato. Ma anche di lui però s’ha da credere che ora non debba sapere più affatto in che modo scappare dai nostri argomenti. Perocchè è giusto il proverbio, che quando tutte le uscite sono chiuse2, non è facile trovarne una onde fuggire. Ora dunque è il momento di dargli addosso.

Teet. Dici bene.


XIX.


For. Innanzi tutto fermandoci qui tiriamo il fiato, e facciamo i conti tra di noi, mentre ci [D]riposiamo, in quante forme ci è comparso il



  1. Cioè la filosofia.
  2. τὸ τὰς ἁπάσας μὴ ῥᾴδιον εἶναι διαφεύγειν. Ho parafrasato: Heindorf sottintende λαβάς, Campbell ὁρμάς o πείρας.
Fraccaroli, Il Sofista. 13