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128 | Il sofista. |
su〉 del traffico, dello scambio, dell’arte acquisitiva.
Teet. Per l’appunto.
For. In terzo luogo anche se uno, piantatosi, lì nella città propria, certe cognizioni comperando, certe altre escogitando di per sè intorno a questi stessi argomenti, e vendendole, si proponesse di trar da queste di che vivere, io credo che tu non lo chiameresti con alcun altro nome che con quello che s’è detto.
Teet. E perchè non dovrei far così?
[E]For. E così quella parte dell’acquisitiva che permuta e traffica, sia che rivenda cose altrui, sia cose proprie, tanto l’una quanto l’altra1, tutto ciò che sia spaccio di nozioni circa sì fatti argomenti, tu la chiamerai sempre, come si vede, sofistica.
Teet. Di necessità: poichè bisogna esser consentanei nel discorso.
- ↑ Quella che qui è computata come terza definizione (e consentaneamente quella a p. 225 E è detta quarta) nella ricapitolazione a p. 231 D invece è ricordata come terza e quarta, potendo secondo essa il sofista essere o un rivendugliolo (κάπηλος) o uno che vende i propri prodotti (αὐτοπώλης): analogamente di necessità si mutano ivi i numeri anche delle definizioni successive. Questa incongruenza può essere indizio che il dialogo non sia stato da Platone definitivamente riveduto.