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116 Il sofista.

For. Ora le nasse e le reti e i lacci e i panieri e altre tali cose forse che si hanno da chiamare con altro nome che asserragliamenti?

Teet. Con nessun altro.

For. Questa parte dunque la chiameremo pesca asserragliatrice1 della preda, o giù di lì.

Teet. Sì.

For. E quella che si fa con gli ami e con le fiocine, colpendo, ben diversa da questa, converrà ora che la comprendiamo sotto il nome [D]di pesca percussoria. O altri, o Teeteto, avrebbe da proporne uno più bello?

Teet. Non curiamoci del nome, poichè basta anche questo.

For. E della percussoria quella notturna, credo, che si fa alla luce del fuoco, da quelli stessi che la esercitano ha già ricevuto il nome di pesca con le torcie.

Teet. Precisamente.

For. E quella di giorno2, poichè anche le fiocine sulla punta hanno uncini, la si chiama tutta pesca all’uncino.

[E]Teet. La si chiama infatti così.



  1. Meno esattamente la si può dire pesca con le reti.
  2. Già l’Heindorf aveva notato che qui la partizione non corre ben liscia, il che riconosce anche l’Apelt: l’errore, dovuto evidentemente a trascuratezza, consiste nell’essersi introdotta la divisione in genere diurno e notturno, la quale resta poi abbandonata; tant’è vero che nel riassunto a p. 221 B non se ne parla affatto più.