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114 Il sofista.

Teet. In che maniera?

[E]For. Quella palese ritenendola tutta insieme agonistica, e quella clandestina tutta arte della caccia.

Teet. Sì.

For. L’arte della caccia poi non c’è ragione di non tagliarla in due.

Teet. Spiega come.

For. Distinguendo quella della specie inanimata e quella dell’animata.

Teet. Perchè no? Se però ci sono tutt’e due.

[220]For. E come non ci sono? Or conviene che noi la sezione delle cose inanimate, che non ha un nome speciale all’infuori di certe parti dell’arte del palombaro e poche altre cose tali, la lasciamo andare, e che l’altra, quella che è caccia degli esseri animati, la chiamiamo caccia viva.

Teet. Sia pure.

For. E della caccia viva forse che non si potrebbe dire giustamente che ve n’è un doppio tipo, l’una delle specie di terra, caccia di terra, che si distingue in molti altri tipi e nomi, l’altra dei natanti1, in complesso caccia di fluido?



  1. Grote, Stallbaum, Mueller intendono questo nuotare anche degli uccelli; che volare è nuotare nell’aria. Ed è l’unica interpretazione che convenga e al filo del ragionamento e alle parole: ἔνυγρος infatti vale tanto di chi va per aria quanto di chi va per acqua; ἔνυδρος solo di chi nuota nell’acqua. Se Aristotele, come oppone l’Apelt, in De part. anim. 642b. 10, intende di censurare questo luogo perchè si pongan gli uccelli parte in