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Il Sofista. 113

a tutte insieme queste parti ben traluce chiara un’arte 〈sola〉 che chiameremo acquisitiva1.

Teet. Sì, è chiara infatti.


V.


[D]For. Produttive o acquisitive essendo dunque tutte le arti2, in qual sezione, o Teeteto, porremo la pesca con la lenza?

Teet. Nell’acquisitiva, è chiaro.

For. E dell’acquisitiva non vi sono due specie? L’una, la permutativa, che è da consenziente a consenziente per mezzo di donazioni e di allegagioni o di traffici; l’altra, che si impone o con le parole o con le opere, potrebbe tutta insieme esser 〈chiamata〉 costrittiva.

Teet. E’ pare infatti da ciò che s’è detto.

For. E che? La costrittiva non si ha da dividerla in due?



  1. μάλιστ’ἄν που διὰ ταῦτα ξυνάπαντα τὰ μέρη τέχνη τις κτητικὴ λεχθεῖσα ἂν διαπρέψειεν. È strano come i commentatori si sien confusi in un passo così piano e facile: la nostra interpretazione (τέχνη κτητικὴ διαπρ. δ. τ. ξ. τ. μ.), l’unica possibile, fu intraveduta dal Campbell e accettata dal Jowett. — Perciò, nella risposta di Teeteto: ναί· πρέποι γὰρ ἄν, va conservato lo stesso significato di διαπρέψειεν, anche a non accettare l’emendamento di ναί· πρέποι in διαπρέποι proposto dall’Apelt.
  2. Per le partizioni che seguono cfr. Euthyd. p.290 BC riferito in principio del cap. IV dei Prolegomeni.