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112 Il sofista.

quella del comporre o modellare ciò che chiamiamo [B]supellettile, e così pure l’arte imitativa, — tutte queste cose si potrebbero chiamar benissimo con un nome solo.

Teet. Come? e con quale?

For. Tutto quello che, senza che esista prima, uno poi lo tragga all’esistenza, chi lo trae diciamo che lo fa, e ciò che è tratto che vien fatto.

Teet. Va bene.

For. Ma le cose che ora appunto abbiamo annoverato hanno la loro attività tutte quante diretta a ciò.

Teet. L’hanno infatti.

For. Dunque ricapitolandole chiamiamole arte produttiva.

[C]Teet. Sia pure.

For. E viceversa poi tutta intera la specie relativa all’apprendere1 e al conoscere, e quella dell’accumular denari, e l’agonistica e la caccia, — poichè nessuna di queste fabbrica nulla, ma ciò che c’è già e fu prodotto, altre se lo assogettano con discorsi e con opere, altre non permettono ad altri di assoggettarlo, — attraverso



  1. Τὸ δὴ μαθηματικὸν κ. τ. λ. Non può esser dubbio che qui μαθ. (manca nell’Ast) deva esser preso in senso generale e non tecnico, come, oltre il senso, dimostra la μαθηματοπωλική di p. 224 B e il μαθηματοπωλικὸν γένος di 224 E. Cade quindi l’appunto che fa il Ritter (N. Unt. p. 3), non esser chiaro come la matematica appartenga all’arte acquisitiva.