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Autenticità e cronologia. | 99 |
cosa, perchè il Non essere è: l’anima stessa del mondo (p. 35 A), Platone dice espressamente che Dio la compose mescolando insieme l’Essere e il diverso; e appunto, solo dopo dimostrato che il Non essere non è il contrario1 ma soltanto il diverso dall’Essere, questa conciliazione era possibile2. Per questa ulteriore e più piena evoluzione di questo concetto rendevasi necessario un analogo più ampio svolgimento anche di altri: tale è quello dell’Essere assoluto come anima e intelligenza, che nel Sofista3 è accennato di sfuggita; tale la distinzione tra la causa finale e la causa materiale notata nel Politico4 e accettata nel Timeo come nomenclatura già fissa; tale l’azione del demiurgo nella creazione, che il Sofista5 afferma e che il Timeo determina a parte a parte in base agli esposti principî: data la larga e sicura applicazione di essi nel Timeo, non avrebbe avuto senso il tornar nel Politico a definirne gli elementi, qualora il Politico fosse posteriore. Tale è la ammissione del moto nella sfera dell’intelligibile dimostrata nel Sofista6 e svolta nel Timeo, determinandosi in esso quale sia il moto proprio dell’Essere e quale quello del diverso: tale il riconoscere nel Timeo che il Non essere è necessario perchè si abbia la generazione7.
- ↑ A proposito dei contrarî veggasi Phaedo, p. 103 A B.
- ↑ Volendo serbar meglio questo riferimento alle conclusioni del Sofista, nella mia versione del Timeo, qui e nelle pagine seguenti ora sostituirei forse ad opposto la parola diverso come corrispondente di θάτερον: ma non so poi se il guadagno valga a compensare la perdita, poichè nel θάτερον Platone intese di comprendere anche il concetto di antitesi (cfr. nota a Soph. p. 257 D) che nel nostro diverso si perde.
- ↑ Pagg. 248 E - 249 A.
- ↑ Cfr. ivi nota a p. 281 C.
- ↑ Pag. 265 D.
- ↑ Pag. 269 B.
- ↑ Vedi altri raffronti di luoghi particolari che confermano la posteriorità del Timeo nelle note a Soph. pp. 252 E, 263 E, Polit. p. 272 E.